PARLIAMO DI DISTRIBUZIONE ACQUA IN CONDOMINIO
Cos’è il GIDI gestore della distribuzione idrica interna?
Il 21 Marzo 2023 è entrato in vigore il Decreto Legislativo n. 18/2023, riguardante le acque destinate al consumo umano che abroga il Decreto legislativo 31/2001 e s.m.i.
Nel D.Lgs viene introdotta la figura del “Gestore della distribuzione idrica interna” (GIDI), definita come il proprietario, il titolare, l’amministratore, il direttore o qualsiasi soggetto, anche se delegato o appaltato, che sia responsabile del sistema idropotabile di distribuzione interno ai locali pubblici e privati, collocato fra il punto di consegna (contatore) e il punto d’uso dell’acqua (rubinetto).
Per cui l’amministratore di Condominio diventa GIDI.
Il GIDI è tenuto ad assicurare che la qualità dell’acqua distribuita nell’edificio di sua responsabilità si mantenga potabile, ovvero non subisca variazioni in termini di salubrità e pulizia, dal contatore fino al punto di utilizzo finale.
Nei casi in cui è presente un POZZO che distribuisce acqua destinata ad uso potabile, l’amministratore/gestore della struttura oltre che GIDI diventa un GESTORE IDROPOTABILE, con i medesimi doveri in ambito di controllo previsti per il gestore dell’acquedotto pubblico (analisi più frequenti ed approfondite).
Dovrà inoltre dal 2027 eseguire una valutazione e gestione del rischio dell’intero sistema idrico.
Obblighi del GIDI
Garantire la corretta gestione e manutenzione degli impianti eseguendo dei controlli periodici (analisi di laboratorio) e, se prevista, una corretta Analisi dei rischi.
Qualora le acque pur essendo conformi al contatore non risultassero esserlo al rubinetto a causa di alterazioni riconducibili al sistema di distribuzione interno o alla sua manutenzione:
- l’ASL competente dispone che il GIDI adotti misure adeguate per il ripristino della salubrità
- È prevista una sanzione amministrativa da 5.000 a 30.000 euro per il GIDI
L’obiettivo principale del D. Lgs 18/2023 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano è quello di proteggere la salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque, garantendone salubrità e pulizia.
A cosa si applica?
A tutte le acque destinate al consumo umano, ovvero tutte le acque trattate o non trattate, destinate a uso potabile, culinario o per la preparazione di cibi o per altri usi domestici, in locali sia pubblici sia privati.
In questa definizione rientra anche l’acqua calda sanitaria.